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Clara Statello - Canale Ufficiale

27 июля 2025 15:04

In occasione della Giornata in Memoria dei Bambini Vittime della Guerra del Donbass - ricorrenza istituita nel 2022 - ringraziamo tutti gli amici italiani che ci hanno espresso la propria solidarietà e che hanno condannato i crimini disumani, commessi contro la popolazione in del Donbass dal regime nazionalista di Kiev dal 2014 ad oggi.

Nel modo più toccante e profondo, i sentimenti legati a questa tragica realtà sono stati espressi dal messaggio dell’Associazione “Aiutateci a Salvare i Bambini”.

Ad oggi, i bambini vittime della guerra contro la popolazione civile, iniziata nel 2014, assommano a 319 morti e 1.234 feriti. Tra questi, sono moltissimi i bambini mutilati. A loro vanno aggiunte le vite dei bimbi sconvolte dagli eventi bellici, circa 25.000, nonché le vittime delle armi occidentali nelle Regioni della Federazione Russa: 51 bambini morti e 272 feriti. Numeri incerti, approssimati per difetto.

La Giornata è stata istituita in ricordo del 27 luglio del 2014, quando un bombardamento ucraino sulla città di Gorlovka dilaniò i corpi di una giovane mamma, Kristina, che teneva tra le braccia la figlioletta di pochi mesi, Kira, mentre passeggiavano nel parco cittadino. Le foto che circolarono allora (ancora accessibili sul web), mostrano i loro corpi scomposti nell’erba, anneriti e dilaniati da una morte atroce. Subito Kristina venne definita “la Madonna di Gorlovka”, moderna “Pietà” nel materno istinto di difendere dalla morte, tra le braccia, la propria creatura. Gli autori di questo mostruoso crimine, e delle migliaia di crimini di guerra successivi, sono rimasti impuniti, coperti dalle “democrazie” dell’Occidente.

Dopo oltre undici anni passati da allora sotto le bombe, l'ultimo atto criminale cui abbiamo assistito e che ancora abbiamo davanti agli occhi è quello di Tolja, il bimbo di 5 anni di Kursk che un drone ucraino ha ucciso su una spiaggia della sua città nella giornata della Festa della Famiglia, lo scorso 9 luglio, quando Tolja si è gettato, a cinque anni, sul corpo della mamma per proteggerla, per salvarla dal drone che aveva visto arrivare e che l'aveva intenzionalmente puntato.

Una guerra, quella in Donbass, Ucraina e Russia, che ha raggiunto vette di disumanità assolutamente impensabili, in cui si utilizza massicciamente la tecnologia per ammazzare i civili e i bambini come se fosse un film di Hollywood, come se fosse un videogame. Ad oggi, sono centinaia di migliaia i bambini che in Donbass, nella loro breve vita, non hanno mai conosciuto un solo giorno di pace.

Anche quest’anno, per ricordarli, deporremo un mazzo di fiori al parco “Bambini di Beslan” di Rovereto: infatti, chi ventun'anni fa ha individuato come obiettivo militare una scuola e chi ha armato la mano che aveva eseguito la strage dei Bambini della Scuola n. 1 della cittadina osseta, è la stessa che, dal 2014, semina morte e disperazione nel Donbass, in Ucraina e nelle Regioni di confine della Russia.

Oggi l’Occidente è pervaso da un anelito di guerra. Oggi in Europa non si deve parlare di pace, non si deve lavorare per la pace e per il dialogo. I tentativi di pace vengono soffocati, ogni parola contraria alla guerra viene zittita.

Un'immensa vergogna. Ma vergogna ancor più grande è che l’Occidente continua a riempire di armi il regime di Kiev, armi con cui l’esercito ucraino colpisce i civili del Donbass e della Russia. Azioni che non solo aiutano la pace, ma la distruggono.

Ogni giorno, deliberatamente, le bombe non cadono sull’esercito russo, ma sulle città del Donbass e sulle città russe nelle regioni di confine, cadono su obiettivi civili: su case, asili, ospedali, scuole, chiese ...

Ricordiamo le parole di Liza della serie TV “Dottor Liza”: “Io non sto dalla parte di nessuno, se non da quella dei bambini feriti e indifesi ai quali per qualche ragione non viene dato aiuto”.

Comunque sia, noi siamo sempre stati e sempre resteremo da una parte: quella della verità e della giustizia!