Restèllo <res·tel·lo>
Sostantivo maschile ~ Tavola dipinta di formato oblungo, non destinata, come la predella, a gradino di altare ma a sé stante (per esempio, il restello di Giovanni Bellini nelle gallerie dell’Accademia a Venezia).
Derivato di restare
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Varèa <va·re·a>
Sostantivo femminile ~ In marina, parte estrema, affusolata, di un’asta. In particolare, l’estremità del pennone delle vele quadre o quella superiore del boma, del picco e dell’antenna delle vele di taglio; le varee sono munite di un risalto (noce), destinato a dare appoggio ai mantigli e, le più grandi, di una cavatoia, per alloggiare una puleggia per la manovra delle scotte.
Dal latino medievale varea, di etimo incerto
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Tranòfita <tra·no·fi·ta>
Sostantivo femminile ~ Pianta perforante; si dice spec. di alghe, come quelle delle classi cianoficee e cloroficee che escavano le rocce, le conchiglie e i gusci calcarei. Anche in funzione di agg.: piante tranofite.
Compostodel greco τρανής «penetrante» e -fita
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Bìlobo <bi·lo·bo>
Aggettivo ~ 1. In biologia, di organo (foglia, ecc.) che ha due lobi. 2. In architettura, di un elemento architettonico, per lo più una finestra o altra apertura, la cui centinatura risulta costituita da due archi di cerchio intersecantisi in modo da costituire al loro incontro un risalto, detto naso.
Composto di bi- e lobo
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Variocolorato <va·rio·co·lo·ra·to>
Aggettivo ~ Che ha, che presenta vari colori: una siepe vivente e v. di donne ondeggiava (Serao).
Composto di vario e colorato, prob. sul modello dell’ingl. varicoloured, angloamer. varicolored
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Genare <ge·na·re>
Verbo transitivo ~ Disturbare, infastidire; generare imbarazzo, disagio. È un francesismo noto specialmente in Piemonte. ◆ Participio passato genato, anche come aggettivo, imbarazzato: a parlargli di queste cose, io che avevo sempre solo avuto la zappa in mano, ero un po’ genato (Fenoglio).
Dal francese géner «disturbare, imbarazzare»
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Geitonogamìa <gei·to·no·ga·mi·a>
Sostantivo femminile ~ In botanica, impollinazione col polline di altro fiore dello stesso individuo.
Composto del greco γείτων -ονος «vicino» e -gamia
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Rato <ra·to>
Aggettivo ~ 1. letter. raro. Ratificato, confermato: or fa’, padre, che ’l patto Sia fermo e r. e sacro (Caro). 2. a. In diritto canonico, matrimonio r., matrimonio tra battezzati formalmente valido, distinto in matrimonio r. e consumato, se materialmente concretato con l’atto sessuale coniugale idoneo alla generazione della prole, e matrimonio r. e non consumato, se non vi è stato questo atto (nel quale caso è possibile, su istanza di almeno uno dei due coniugi, ottenere dal Pontefice – il solo che ne abbia canonicamente la potestà – lo scioglimento del matrimonio). b. Nel linguaggio notarile, sinon. ormai raro di stipulato: contratto rato.
Dal latino ratus, participio passato di reri «stabilire»
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Vàgile <va·gi·le>
Aggettivo ~ In biologia, riferito a organismi capaci di spostarsi (per es., il bentos mobile), in contrapposizione a quelli sessili, cioè fissi a un substrato.
Derivato del tema del latatino vagare «vagare», vagus «errante», coniato sull’analogia di sessile
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Acatisto <a·ca·ti·sto>
Sostantivo maschile e aggettivo ~ Inno liturgico bizantino che si canta stando in piedi nei venerdì di Quaresima.
Dal greco ἀκάθιστος, «non seduto» || 1829
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Pavèra <pa·ve·ra>
Sostantivo femminile ~ ¹ Nome region. (settentr.) di piante palustri diverse, come carici, tife, giunchi, ecc. ² Stampo galleggiante, richiamo artificiale per le anatre, usato nella caccia in botte specialmente nelle valli venete.
Dal latino, papyria (herba), derivato di papyrus «papiro»
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Parònimo <pa·ro·ni·mo>
Sostantivo maschile ~ Nella terminologia della grammatica classica, parola che presenta una lieve modificazione di forma rispetto a un’altra (per es., Φοίβη «Febe» rispetto a Φοῖβος «Febo») e, quindi, secondo Aristotele e poi spec. presso i grammatici latini, con sign. più generico, parola derivata (per es., ϑρασύς «coraggioso» rispetto a ϑράσος «coraggio», lat. doctor rispetto a doceo).
Dal latino tardo parony̆mum, dal greco παρώνυμον, composto di παρα- «para-2» e ὄνυμα (= ὄνομα) «nome»
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Prodromo <pro·dro·mo>
Sostantivo maschile ~ ¹ Circostanza, fatto, indizio che precede e annuncia il manifestarsi di un altro fatto o fenomeno, generalm. portatore di complicazioni, noie, difficoltà e sim.: la questione della lingua fu il p. della questione politica (Carducci); spesso al plur.: i p. della rivoluzione, della guerra, di una crisi; sui p. e manifestazioni del misterioso male se ne sentì di ogni colore (Buzzati). In partic., in medicina, manifestazione morbosa, per lo più senza carattere di specificità, che precede l’insorgenza dei sintomi caratteristici di una malattia. ² letter. Introduzione a un’opera; scritto che si considera introduttivo a un’opera maggiore o abbozzo di un lavoro definitivo: quest’oda non è che un p. d’una cantica lirica intitolata «La Libertà italica» (Foscolo).
Derivato di prodrŏmus dal latino, «messaggero, precorritore, staffetta»; dal greco πρόδρομος, agg. «che corre avanti» e s. m. «precursore», comp. di προ- «pro-2» e del tema δρομ- «correre»
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Epìfora <e·pi·fo·ra>
Sostantivo femminile ~ ¹ Nella retorica classica, la ripetizione, detta anche epistrofe (e con termine latino conversio), delle medesime parole alla fine di più versi o di più membri di un periodo (come, per es., la triplice ripetizione del nome di Cristo, che Dante non fa mai rimare con altre parole, nei canti XII, XIV, XIX, XXXII del Paradiso). ² In oculistica, il trabocco di lacrime sulla guancia per l’aumentata secrezione di esse in seguito a infiammazione, o per occlusione delle vie lacrimali
Dal latino epiphŏra, dal greco ἐπιϕορά 'aggiunta', da ἐπιϕέρω 'apportare' || sec. XV
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Diacrìtico <Dia·crì·ti·co>
Aggettivo ~ Propriamente, che ha valore distintivo. Si usa soltanto nella locuzione segni diacritici, segni grafici che, sovrapposti, sottoposti, anteposti o posposti ai segni grafici abituali, quali sono per es. le lettere dell’alfabeto, conferiscono loro un significato speciale; tali segni possono appartenere all’ortografia ordinaria di una lingua (come per es. la cediglia in francese, sottoposta alla lettera c ç, il tilde sovrapposto alla n in spagnolo ñ per indicare la consonante nasale palatale, il segno ˘ che in varie lingue slave distingue č, š, ž da c, s, z, ecc.), oppure essere usati con significato convenzionale nei vari sistemi di indicazione o trascrizione fonetica per indicare articolazioni particolari. In filologia, sono usati vari segni diacritici per indicare correzioni, interventi dell’amanuense o del curatore, passi espunti o interpolati, ecc. In senso ampio, si chiama talora segno d. (o lettera con valore diacritico) anche una lettera alfabetica che sia usata solo per dare a un’altra un determinato valore fonetico: per es. l’h italiana nei nessi che, chi, ghe, ghi.
Dal greco διακριτικός 'atto a distinguere', derivato di διακρίνω 'distinguere' || prima del 1875
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Lóvo <lo·vo>
Sostantivo maschile ~ Forma veneta corrispondente all’ital. lupo. È anche nome dato sulle coste dell’alto Adriatico al pesce nasello.
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Aeronomìa <a·e·ro·no·mia>
Sostantivo femminile ~ Complesso delle discipline attinenti alla fisica dell’atmosfera terrestre (aerologia, magnetismo e elettricità terrestri, fisica della radiazione cosmica, ecc.); è in generale, quindi, sinon. di aerofisica, usato anche, in senso più ristretto, per indicare l’aerofisica dell’alta atmosfera.
Composto di aero- e -nomia
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Fernico <fer·ni·co>
Sostantivo maschile ~ Nome commerciale di una lega di ferro, nichel e cobalto (dalla sequenza delle cui sillabe iniziali è formato il nome), in proporzioni variabili, che ha un coefficiente di dilatazione termica quasi uguale a quello del vetro e quindi è molto usata per reofori di lampade, tubi elettronici e simili, che attraversino un’ampolla di vetro.
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Tranvata <tran·va·ta>
Sostantivo femminile ~ 1. Colpo violento, botta: prendere (o ricevere) una tranvata. 2. fig. Danno, grave batosta: ha preso una t. da un collega; anche, sconfitta inattesa: la squadra ha ricevuto una sonora t.; una t. elettorale.
Derivato di tranvai
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Felònio <fe·lo·ni·o>
Sostantivo maschile ~ Mantello ampio, a campana, che avvolge tutto il corpo, con un’unica apertura per il passaggio della testa, usato un tempo dai vescovi, e ancora oggi dai sacerdoti, nel rito
Dal greco bizantino ϕελόνιον
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Infodemia <in·fo·de·mi·a>
Sostantivo femminile ~ Circolazione di una quantità eccessiva di informazioni, talvolta non vagliate con accuratezza, che rendono difficile orientarsi su un determinato argomento per la difficoltà di individuare fonti affidabili.
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Trafière <tra·fie·re>
Sostantivo maschile ~ Sorta di pugnale acuminato: l’uno mi si è posto a capo, l’altro a’ piedi, e ciascuno ha uno trafieri in mano e tutto mi forano (Passavanti); Rispose a Mattafolle Berlinghiere: - Io ti darò col brando e col trafiere (Pulci).
Derivato di un antico traferire, derivato di ferire
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Springare <sprin·ga·re·>
Verbo intransitivo ~ Variante intensiva di spingare, usata anche con il significato di «balzare, sbalzare»: al fracasso springai dal letto e con una strappata scostai il cortinaggio (Pirandello); nel significato di «scalciare» anche con uso transitivo: fece ... il tentativo di s. una coppietta di calci (Jovine).
Derivato del francone *springan
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Catrafòsso <ca·tra·fos·so>
Sostantivo maschile ~ Precipizio, burrone: gli abissi de’ c. (Caro).
Composto di cata- e fosso, con -r- inserita
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Citromicète <ci·tro·mi·ce·te>
Sostantivo maschile ~ Genere di funghi ascomiceti, incluso di solito nel genere penicillio; alcune specie, coltivate in soluzioni di glicosio, possono trasformare questo zucchero in acido citrico.
Dal latino scientifico, Citromyces, composto di citrus «cedro» e myces «-micete»
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Flïaci <fli·a·ci>
Sostantivo maschile plurale ~ Gli attori fallici che nelle antiche colonie doriche dell’Italia meridionale prendevano parte, con maschere di tipo fisso, a farse popolari le cui rappresentazioni mimiche avevano significato magico e propiziatorio per l’attività agricola.
Dal greco ϕλύακες «buffoni», forse in origine nome di demoni della fecondità; cfr. ϕλέω e ϕλύω «essere abbondante» (per es., del raccolto)
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Facèto <fa·ce·to>
Agg. ~ Piacevole e arguto nel parlare: persona f., un oratore f.; per estens.: conversazione f.; stile f.; Sbrigliando a tavola L’umor f. (Giusti); e sostantivato: dire una cosa tra il serio e il f., in tono scherzoso ma con intenzione, almeno in parte, seria. ◆ Avv. facetaménte, in modo faceto, scherzosamente arguto: conversare facetamente.
Derivato dal latino facetus
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Smaccato <smac·ca·to>
Agg. ~ Esagerato, eccessivo, quasi esclusivam. nell’espressione dolce s., stucchevole, e per estens., assol.: un vino s., troppo dolce. Più com. in senso fig.: avere una fortuna s.; adulazioni s., sfacciate, tanto da apparire insincere; gli scrittori ... contraccambiano i prìncipi con le s. lodi, con le deificazioni, co’ falsi poemi (Alfieri); anche, ma meno com., riferito a comportamenti, o a oggetti d’uso, che rivelino uno sfacciato e ostentato desiderio di comparire, di dare nell’occhio: un lusso s.; quei vestiti smaccati ..., comprati secondo il gusto, la moda, un po’ plebea, appunto di quegli anni (Pasolini).
etimo incerto; non sembra possa considerarsi un part. pass. di smaccare
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Avvinare <av·vi·na·re>
Verbo transitivo ~ ¹ non com. Mescolare con vino: avvinare l’acqua. ² Versare un po’ di vino in un recipiente per dargliene il sapore, o perché il recipiente (di solito le botti) perda l’odore del legno: prima della svinatura bisogna avvinare le botti; i bicchieri avvinò; sparse Il goccino avanzato (Pascoli). ▲ Participio passato avvinato, anche come aggettivo: botti ben avvinate; talora, del colore del vino rosso: panno avvinato; di persona, non com., lo stesso che avvinazzato (e così voce avvinata e sim.): a braccetto, tutti e tre avvinati che era un desio vederli (Fucini).
Derivato di vino || prima metà sec. XIV
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Staṡipàtrico <Sta·ṡi·pà·tri·co>
Aggettivo ~ In genetica di popolazioni, speciazione s., rapido processo di speciazione, determinato da riordinamenti cromosomici, che interessa solo un piccolo gruppo di individui situato al centro della popolazione parentale e per il quale non è necessario l’isolamento geografico.
Composto di stasi e -patrico di simpatrico
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