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𝗚𝘂𝗮𝗿𝗱𝗮𝗿𝗲 𝗹𝗮 𝗯𝗲𝗹𝗹𝗲𝘇𝘇𝗮 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗻𝗮𝘁𝘂𝗿𝗮 è 𝗶𝗹 𝗽𝗿𝗶𝗺𝗼 𝗽𝗮𝘀𝘀𝗼
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#SapeviChe
L’edificio più sottile di Beirut, largo solo 60 centimetri, fu costruito da un uomo il cui unico scopo era dare fastidio al proprio fratello.
Ricevuto il terreno in eredità dal padre, i due fratelli non erano in grado di accordarsi su come dividerlo e finirono con il litigare; ritrovatosi con una fetta sottile e informe di terreno, il primo fratello decise quindi di costruire una casa altrettanto sottile e informe che chiamò Al Ba’sa, ovvero “Il Rancore”.
L’uomo riuscì nella sua vendetta: Al Ba’sa non solo bloccò la vista sul mare dalla proprietà del secondo fratello, ma causò, di conseguenza, anche un crollo drastico del valore del suo terreno.
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#SapeviChe
La Symplocarpus foetidus è una pianta che riscalda il suo ambiente tanto da poter crescere attraverso il suolo ghiacciato.
Nativa del Canada e tipica di zone umide e paludose, la S. foetidus è una pianta termoregolatrice, capace cioé di riscaldare l'ambiente tramite lo spadice, che può raggiungere i 35°C. Questo permette al rizoma di crescere anche nel terreno ghiacciato, mentre l'odore si diffonde meglio ed attira più impollinatori.
La pianta è ricca di ossalati ed anche se l'ingestione a crudo è sconsigliata, i Nativi Americani se ne avvalgono per le proprietà antispasmodiche ed espettoranti, impiegandola in contesti medicinali, culinari e sciamanici.
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#SapiensAncestors
Specie: Homo antecessor
Età: Pleistocene inferiore (1.27-0.77 ma)
Distribuzione: Spagna (Europa occidentale)
I primi reperti di questa specie furono scoperti nel 1966 nella caverna della Gran Dolina, localizzata nel sito archeologico della Sierra de Atapuerca, quando l'archeologo Jordá Cerdá trovò alcuni strumenti litici, ma era privo delle risorse necessarie a continuare gli studi.
Nel 1997, dopo la scoperta di ulteriori resti umani, venne battezzata da Bermúdez de Castro e colleghi la specie H. antecessor; il nome specifico è in riferimento al fatto che è tra le prime specie umane note a colonizzare l'Europa.
La classificazione di H. antecessor è stata abbastanza dibattuta: data la somiglianza craniale con H. sapiens, è stato inizialmente trattato come un antenato tra questa specie e H. neanderthalensis, ipotesi smentita da recenti analisi proteiche. Ad oggi, la specie è considerata parte di un ramo parallelo a quello che, a partire da H. heidelbergensis, avrebbe dato origine ad H. sapiens.
Conosciuto da oltre 230 esemplari fossili riconducibili a più individui, il cranio è noto prettamente da ATD6-69, appartenuto ad un individuo di 10-11.5 anni e unico esemplare di cui il volto sia noto da elementi non frammentari; il volume cranico di H. antecessor si aggira sui 1000 cm³, nel range di H. sapiens, e a questo somiglia anche per il volto completamente piatto e le ossa nasali.
Si stima che i maschi di H. antecessor fossero alti in media 173 cm, mentre le femmine raggiungevano valori poco inferiori e confrontabili con H. sapiens: il peso si aggira tra i 48 e i 53 kg. La scapola indica come non fosse un grande arrampicatore, ma in compenso pare avesse abilità nello scagliare oggetti come lance e sassi.
H. ergaster era dotato di arti superiori più simili alle popolazioni di H. sapiens arcaici e tropicali attuali, indice di un mantenimento di un tratto ancestrale; le gambe nel complesso, sono comparabili a quelle di H. sapiens, sebbene mantengano alcune caratteristiche simili a quelle di specie più antiche.
H. antecessor produceva semplici strumenti litici (ne sono stati scoperti oltre 1000 esemplari), ritrovati anche in altri luoghi della Spagna, simili a quelli classificati nell'industria acheuleana, che raggiunse però il continente europeo in un tempo più tardo rispetto a quando visse questa specie: si pensa quindi o che le due culture si siano sviluppate indipendentemente sia in Africa che in Europa o che vi sia stata un'influenza africana che si è poi espansa nel resto del continente.
Non ci sono prove certe sulla sua capacità di creare o gestire il fuoco: le tracce presenti sono probabilmente di origine naturale, ed è probabile che migrasse dalla costa iberica verso l'entroterra spagnolo durante le transizioni dalle fasi glaciali a quelle interglaciali: nonostante queste fasi, il clima nella penisola iberica era simile a quello attuale e la vegetazione variava al variare del periodo dell'era glaciale.
Dai vari siti della Sierra de Atapuerca sono stati recuperati resti di varie specie mammifere, di cui oltre 106 cervi: è probabile che H. antecessor cacciasse in gruppo e portasse indietro le prede intere per condividerle con la comunità. La dieta di H. antecessor consisteva oltre che da carne, un alimento ad alta energia, utile a sopravvivere all'inverno, anche da midollo preso dalle ossa lunghe degli animali cacciati, noci, lentischi, olive, nocciole e castagne, sebbene tale supplemento variasse in base alla popolazione e alla fase glaciale in atto.
H. antecessor è una delle poche specie umane di cui sono accertate pratiche cannibali: 80 esemplari, sia adulti che giovani, mostrano segni riconducibili a tale attività. Sebbene sia possibile che tali pratiche fossero legati a riti funebri o contro lo spreco di risorse alimentari, non è da escludere che siano prove di esocannibalismo, ossia un cannibalismo di membri di tribù nemiche.
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#SapeviChe
Nella città brasiliana di Laguna vi è una collaborazione tra tursiopi e pescatori locali: i delfini infatti spingono i pesci a riva per facilitarne la cattura.
Gli esemplari, appartenenti alla sottospecie Tursiops truncatus gephyreus, dirigono i cefali verso delle barriere fisiche messe dagli uomini (reti o barche) e un tursiope gira su sé stesso, segnale che indica ai pescatori il momento giusto per catturarli; i delfini si nutrono poi dei pesci che sfuggono alla cattura.
Questa collaborazione, in atto dal 1847, oggi è a rischio: sono infatti sempre di meno i tursiopi che vogliono collaborare, a causa della popolazione di cefali in riduzione e dell'inquinamento.
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#SapeviChe
I modchip (modification chip) sono componenti elettronici utilizzati per aggirare le protezioni hardware, sbloccando funzionalità bloccate o aggiungendone di nuove.
L'utilizzo dei modchips divenne particolarmente diffuso nella seconda metà degli anni Novanta, quando la Playstation 1 di Sony veniva venduta direttamente da alcuni negozi con modchip già installato. Sony stessa, pur senza mai ammetterlo, trasse giovamento da tale situazione, registrando vendite di oltre 100 milioni di console PS1.
Altri esempi di modchip famosi sono il PS3 Cobra ODE, il DMS3 per PS2, il più recente FlippyDrive per Gamecube o l'attualissimo PicoFly per Nintendo Switch.
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#SapiensAncestors
Specie: Australopithecus sediba
Età: Pleistocene superiore (1.98-1.97 mya)
Distribuzione: Sudafrica (Africa)
A. sediba è una specie di australopiteco scoperta nel 2008 nella caverna di Malapa, Sudafrica, nell'area paleoantropologica nota come Culla dell'Umanità; il primo fossile, una clavicola, fu scoperto da Matthew Berger, 9 anni, mentre esplorava il sito con suo padre, il paleoantropologo Lee Rogers Berger. Ulteriori scavi portarono alla luce uno scheletro parziale di una femmina classificato come MH1 e soprannominato "Karabo", che in tswana significa "risposta", in relazione a una migliore comprensione dell'evoluzione umana.
Un ulteriore scheletro parziale, MH2, anch'esso forse una femmina, fu recuperato un mese dopo il primo, e i due esemplari furono descritti rispettivamente come olotipo e paratipo di A. sediba, il cui nome specifico significa, nella lingua Sesotho, "fontana", nel 2010.
Unendo i dati disponibili dai due esemplari e quelli derivati da altre australopitecine, si stima che A. sediba avesse un volume cranico di 420-440 cm³, con una struttura tipica degli australopitechi ma una corteccia orbitofrontale più simile a quella di Homo, con cui condivide anche un'arcata sopraccigliare ridotta, la presenza di un mento e un prognatismo meno accentuato.
MH1 ed MH2 erano di dimensioni simili, con un peso di 30-36 kg; MH1, un esemplare scheletricamente giovane e quindi ancora in sviluppo, era alto 130 cm e probabilmente da adulto avrebbe sfiorato i 160 cm.
Il torso è ristretto nella parte superiore, in maniera simile agli ominoidi non umani, mentre è comparabile a quello di Homo nella parte inferiore; unendo ciò alla struttura vertebrale, è possibile supporre che A. sediba fosse un bipede abituale con una camminata efficiente, ma impossibilitato a un passo veloce o corse a lunga distanza.
Data l'anatomia delle gambe, A. sediba potrebbe aver camminato chiudendo i piedi verso l'interno ad ogni passo e poggiando il peso sulla parte più esterna, un caso unico tra gli ominini: sebbene sia dannoso in H. sapiens, l'australopiteco potrebbe aver controbilanciato ciò con un mesopiede mobile, che avrebbe prevenuto uno sforzo eccessivo della caviglia ed in linea con uno stile di vita a metà tra arboricolo e terricolo.
L'anatomia delle braccia è principalmente scimmiesca, con una tendenza a comportamenti arboricoli, a conferma dell'analisi precedente. Le dita sono adatte all'uso e alla creazione di strumenti rocciosi complessi.
I tratti a metà tra Australopithecus ed Homo hanno fatto inizialmente pensare che si trattasse di un antenato di quest'ultimo genere; tuttavia, data la datazione più recente rispetto alla comparsa dei primi fossili attribuibili al genere, A. sediba è stato interpretato come rappresentante di un ramo evolutivo di australopitecine parallelo a quello umano, contemporaneo di H. erectus, H. ergaster e Paranthropus robustus. Le caratteristiche più simili a Homo si sarebbero evolute indipendentemente, ma non è chiaro se rimanessero in età adulta per via della mancanza di esemplari maturi.
L'analisi dei denti di A. sediba, piccoli e simili a quelli di Homo, indicano una dieta a base di piante C₃, principalmente foglie, erbe e frutta, nonostante l'ampia disponibilità di piante C₄ nel suo habitat. A. sediba pare si nutrisse con regolarità anche di legno e corteccia, anche questo un caso unico tra gli ominini: l'ampia varietà della sua dieta coincide con uno stile di vita almeno parzialmente arboricolo.
Data la posizione e conservazione dei fossili, MH1 ed MH2 molto probabilmente furono sepolti rapidamente e non furono mossi; il terreno soprastante, depositato da acque sotterranee, si sarebbe poi cementificato poco dopo la loro sepoltura. Non sono state trovate tracce dell'attività di animali saprofagi.
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Tra delfini maschi possono nascere rapporti di amicizia destinati a durare anche tutta la vita: essi trascorrono il loro tempo insieme e cercano cibo.
Secondo la Florida Atlantic University, questo comportamento è raro da trovare nel regno animale. L’amicizia tra i due delfini maschi porta numerosi vantaggi, tra cui quello di aiutarsi a vicenda per trovare una femmina fertile, portando all’amico una di esse oppure alleandosi con altri maschi per far allontanare possibili rivali.
La ricerca ha anche determinato che in media un giovane delfino trascorrerà il 72% del suo tempo da solo, valore che diminuirà con la crescita.
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#SapeviChe
Un’importante scoperta archeologica è stata resa possibile dall’incontro tra un archeologo e un dentista, il quale aveva in casa un reperto romano.
Nei primi anni duemila, l’archeologo Sebastiano Tusa visitò la casa di un dentista a Trapani, dove trovò il rostro di una nave romana. Si trattava di un pezzo di un relitto della Battaglia delle Isole Egadi, l’ultima della Prima Guerra Punica, combattuta tra Roma e Cartagine dal 264 al 241 a.C.
Raccogliendo le testimonianze di subacquei e pescatori della zona, Tusa ipotizzò che la battaglia avesse avuto luogo vicino all'isola di Levanzo. Ne fece quindi ispezionare i fondali, dove furono rinvenuti numerosi reperti legati all’evento.
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Specie: Homo erectus
Età: Pleistocene inferiore e medio (2.04-0.117 mya)
Distribuzione: Africa (origine), Asia, Europa (colonizzazioni)
H. erectus fu scoperto per la prima volta da Eugène Dubois a Giava, in Indonesia, durante una campagna di scavi iniziata nel 1891, dove era alla ricerca dell'"anello mancante" tra Homo e primati non umani: i resti da lui recuperati tra il 1891 e il 1892 consistono in una calotta cranica, un molare e un femore appartenenti al cosiddetto "Uomo di Giava", dato il luogo in cui è stato scoperto, e formano l'olotipo per quella che Dubois battezzò nel 1893 come Pithecanthropus erectus.
In seguito a successivi studi e ritrovamenti, la specie venne riclassificata nel genere Homo con la nomenclatura binomiale attuale.
Lo scheletro di H. erectus presenta ossa inusualmente spesse per un ominino, la cui funzione non è chiara; il cranio presenta lievi variazioni tra popolazioni (ad esempio, molari massicci negli individui indonesiani) e ha un ampio range nel volume, tra 546 e 1251 cm³, con una media che si aggira tra 900 e 1030 cm³, raggiungendo quindi i limiti inferiori di H. sapiens; è la prima specie a presentare un naso carnoso, evolutosi per mantenere l'umidità in un clima più arido.
H. erectus aveva un'altezza di 148-167 cm, con valori più alti per le popolazioni equatoriali, e un peso che, sebbene difficile da stimare, si aggirava sui 50 kg.
H. erectus è uno dei primi ominini noti ad essere migrato fuori dall'Africa e riuscire a stabilirsi rapidamente in altre aree: è per questo che la specie presenta almeno 6 sottospecie che non indicano popolazioni riproduttivamente isolate ma popolazioni che, in uno specifico tempo e spazio, presentavano certe variazioni fenotipiche. Evolutosi forse da H. habilis, le prime testimonianze di questa specie si hanno 2.04 milioni di anni fa dal Sudafrica, dove conviveva con Paranthropus robustus, e in poco più di 400.000 anni aveva già raggiunto, grazie alla sua adattabilità, tecnologia e, forse, abilità nel costruire barche, sud-est asiatico e nord-ovest europeo.
H. erectus, avendo mascelle più deboli, denti più piccoli e smalto più sottile, faceva maggiore affidamento alle tecnologie a sua disposizione per lavorare il cibo rispetto ad altre specie. Identificata come una delle prime specie a società cacciatrici-raccoglitori con divisione dei ruoli in base al sesso, H. erectus si nutriva di foglie, frutta, radici, tuberi, pesci, crostacei, tartarughe, invertebrati, uova e carne mammifera (probabilmente consumata cruda con regolarità, vista l'apparizione di parassiti intestinali "umani" circa 1.7 milioni di anni fa) anche di grandi erbivori, di cui si hanno tracce di macellazione.
H. erectus era una specie tecnologicamente molto avanzata: inventò la cultura litica acheuleana, diffusasi rapidamente in Africa ed Eurasia dopo la sua nascita, 1.95 milioni di anni fa, a cui è attribuita anche la comparsa delle amigdale, strumenti rocciosi più pesanti e ampi dei chopper usati nella lavorazione del cibo e del legno, forse legato alla costruzione di lance da caccia.
La scoperta di un guscio di cozza decorato, recuperato a Giava e datato a 546.000-346.000 anni fa, e di mucchi d'ocra, associati ad un esemplare recuperato in Tanzania e datati a 1.4 milioni di anni fa, suggerisce che H. erectus fosse capace di pensiero astratto, simbolismi e di qualche forma d'arte; è possibile possedesse una forma di proto-linguaggio e sono note prove che H. erectus avesse cura di individui malati.
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Nel 2020 è stata scoperta la prima specie di millepiedi con più di 1000 zampe, l'Eumillipes persephone.
Un esemplare con 1306 zampe è stato scoperto nell'Australia occidentale nel 2020; fino ad allora, il millepiedi con più zampe conosciuto ne vantava soltanto 750. Il prefisso greco "eu", che precede il latino millipes (millepiedi), significa "buono", mentre Persefone si riferisce alla moglie di Ade, dea degli Inferi della mitologia greca.
L'Eumillipes misura 9.5 centimetri in lunghezza e circa 1 millimetro in larghezza. L'elevato numero di zampe è dovuto all'adattamento alla vita nel sottosuolo, ad elevate profondità, come testimonia il suo rinvenimento a 60 metri di profondità.
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L'espressione "lasciare/piantare in asso" ("abbandonare qualcuno bruscamente") ha origini incerte.
Oggi la forma più comune è "in asso", attestata dal XVI secolo, che probabilmente deriva dal significato dell'asso o dell'uno nel gioco dei dadi o delle carte. Tuttavia, esiste anche la variante "lasciare in Nasso", che si riferisce al mito di Arianna abbandonata da Teseo sull'isola di Nasso. Fino al XVIII secolo, l'Accademia della Crusca considerava "in asso" come una variante popolare. Tuttavia, già nel XVI secolo, entrambe erano usate con lo stesso significato.
Dal XX secolo, "lasciare in Nasso" è diventata rara, mentre "lasciare/piantare in asso" ha prevalso ed è l'unica registrata nei dizionari moderni.
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Specie: Homo habilis
Età: Pleistocene inferiore (2.3-1.65 mya)
Distribuzione: Tanzania, Kenya, Sudafrica (Africa orientale e meridionale)
Il primo fossile di questa specie, un molare classificato come OH 4, fu scoperto nel 1959 dall'assistente dei coniugi Leakey assieme a tribù native, ma non venne riconosciuta come scoperta importante. Di conseguenza, il primo fossile identificato come appartenente ad una nuova specie di ominino, battezzata poi Homo habilis nel 1964, è OH 7, uno scheletro parziale di un esemplare giovane individuato da Johnathan Leakey, figlio dei due coniugi, nel 1960 a Olduvai (Tanzania) e reso l'olotipo della specie. Nonostante le scoperte successive, è ancora dibattuta la posizione filogenetica di questa specie in rapporto ad altre del genere Homo, in particolare H. erectus ed H. rudolfensis, e Australopithecus, con cui condivide certe caratteristiche.
H. habilis presentava un volume cranico di 500–820 cm³, più grande degli australopitechi ma con tratti ancora primitivi; le dimensioni sono state stimate sulla base di esemplari frammentari: OH 62, interpretato come un maschio, era alto 120-148 cm e pesava 20-37 kg; KNM-ER 3735, esemplare femmina, presenta dimensioni simili, non permettendo di stabilire se in H. habilis sia presente un forte dimorfismo sessuale.
La struttura corporea è più scimmiesca che in Australopithecus afarensis; il rapporto omero-femore di OH 62 è nel range di quello dell'uomo moderno mentre quello omero-ulna è più simile a quello degli scimpanzé: è possibile che H. habilis fosse capace di una locomozione arboricola almeno parziale, e di una camminata bipede ben sviluppata, con un'anatomia del piede che fa ipotizzare un'adattamento anche per la corsa di resistenza, senza perdere caratteristiche chiave per l'arrampicata.
La dieta di H. habilis, assieme a frutta, foglie e forse pesci d'acqua dolce, trovati in alcuni siti dove era presente la specie, includeva carne, probabilmente ottenuta dal consumo di carcasse e non da una caccia attiva. L'introduzione della carne nella dieta del genere Homo è legata all'espansione cerebrale, un legame spiegato da varie ipotesi.
Questa specie è inoltre associata alla cultura litica oldovuiana (sebbene in Homo sia attestata da 2.8 milioni di anni fa in poi): H. habilis fabbricava semplici utensili in pietra, come chopper e poliedri, scheggiando e rompendo le pietre in modi studiati e selezionando i nuclei litici desiderati per i seguenti scopi: tagliare piante, carne ed ossa, lavorare pelli e modificare il legno. Gli utensili erano molto probabilmente scartati subito dopo l'uso e la loro forma finale non era pianificata, ma dipendeva dai materiali trovati sul luogo.
Nel 1962, alla gola di Olduvai fu scoperto un cerchio di rocce basaltiche di oltre 3.5 m di raggio, con pile di rocce alte fino a poco più di 20 cm ogni 61-76 cm. È stato proposto che queste rocce supportassero dei pali infilati nel terreno, a sostegno di una tenda rudimentale; la struttura, datata a 1.75 milioni di anni fa, è quindi il più antico esempio di architettura noto ed è associato a qualche specie arcaica di Homo, forse proprio H. habilis.
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È morto lo scorso 24 giugno Clark Olofsson, uno degli autori della rapina alla Sveriges Kredit Bank, episodio che diede il nome alla sindrome di Stoccolma.
Durante la rapina alla banca della capitale svedese, Olofsson e il suo complice presero in ostaggio tre donne e un uomo, rinchiudendosi con loro nell'area della cassaforte per sei giorni, dal 23 al 28 agosto 1973. Il rapporto emotivo che si instaurò portò gli ostaggi a difendere le azioni dei rapinatori anche dopo il rilascio, rifiutandosi persino di testimoniare contro di loro in tribunale.
Il criminologo svedese Bejerot denominò il fenomeno Sindrome di Stoccolma, termine da allora usato per definire un meccanismo psicologico che porta le vittime a legarsi affettivamente ai propri aguzzini. La teoria è tuttavia considerata priva di sufficiente fondamento scientifico e non è inclusa nei manuali di psichiatria.
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Il James Webb Space Telescope ha realizzato la mappa più grande e dettagliata dell’universo mai redatta finora, che comprende quasi 800.000 galassie.
La mappa, realizzata nell'ambito del progetto COSMOS-Web, è stata resa pubblica nel 2024; nonostante copra un’area relativamente piccola di cielo, circa tre volte l'ampiezza della Luna, rivela galassie formatesi 13 miliardi di anni fa, solo 200 milioni di anni dopo il Big Bang.
Analizzando la distribuzione e la morfologia di queste galassie, i ricercatori sperano di poter ricostruire l’evoluzione della materia nell’universo, dallo stato primordiale fino alle complesse strutture odierne.
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Il famoso regista e produttore George Lucas avrebbe voluto arruolarsi nella United States Air Force.
Noto per pellicole del calibro di Star Wars e Indiana Jones, Lucas, dopo aver conseguito la laurea al Modesto Junior College, tentò di arruolarsi come ufficiale dell'aeronautica militare statunitense, ma la sua domanda fu respinta a causa delle numerose multe per eccesso di velocità.
Lucas aveva infatti accumulato un numero ingente di multe durante il suo periodo come pilota amatoriale di auto da corsa durante il liceo.
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Specie: Homo floresiensis
Età: Pleistocene medio - Pleistocene inferiore (1-0.05 mya)
Distribuzione: Indonesia (Asia sud orientale)
I primi resti di H. floresiensis furono rinvenuti nel 2003 nella caverna di Liang Bua, sull'isola di Flores, da un gruppo di ricerca australiano e indonesiano in cerca di prove sulla migrazione di H. sapiens dall'Asia all'Australia. Il team scoprì invece uno scheletro quasi completo, cranio incluso, di una femmina di circa 30 anni, catalogato come LB1 e soprannominato "Flo" o "Little Lady of Flores", che divenne l'olotipo per la descrizione della specie nel 2004.
Uno scandalo mediatico circonda i resti originali di questa specie: questi infatti furono presi legalmente dai magazzini da Teuku Jacob, un paleoantropologo con grande influenza in Indonesia che sosteneva come LB1 non rappresentasse una nuova specie, ma una sottospecie di H. sapiens pigmea e affetta da microcefalia. I reperti furono successivamente restituiti con gravi danni e privi di due ossa delle gambe.
Jacob, nonostante la presenza di danni palesemente causati dall'azione umana, sosteneva che i fossili si fossero danneggiati durante il trasporto, dichiarandosi estraneo alla causa della loro condizione. Nel 2005, forse per proteggere la reputazione del paleoantropologo, l'Indonesia vietò l'accesso a Liang Bua fino alla morte di Jacob, avvenuta nel 2007.
La presenza di questa specie sull'isola di Flores, che rimane costantemente isolata dalla terraferma, è spiegabile solo attraverso una dispersione oceanica, molto probabilmente tramite zattere vegetali o, se i loro antenati ne erano in grado, artificiali; i progenitori di H. floresiensis sarebbero arrivati sull'isola non prima di 1.27 milioni di anni fa, età degli artefatti litici più antichi.
Sebbene sia stato proposto che possa discendere da una popolazione asiatica di Australopithecus od H. habilis, la mancanza di fossili di entrambi rende più probabile che H. floresiensis si sia evoluto da una popolazione di H. erectus di Giava che è rimasta isolata su Flores.
Noto da almeno 15 individui, alcuni resti di H. florensiensis, come "Flo", non sono completamente fossilizzati e prima di essere dissotterrati dovevano essere stati essiccati all'aria data la loro consistenza simile a carta bagnata.
La caratteristica principale di questa specie è la sua taglia minuta: alto tra 1.06 e 1.09 m e pesante circa 25 kg, H. floresiensis è l'australopitecina più bassa e leggera mai scoperta, peculiarità sviluppatasi a causa delle risorse limitate dell'isola, fattore che ha spinto la specie verso il nanismo insulare. Oltre a questa particolarità, l'anatomia della specie è simile a quella di H. erectus.
Assieme alle dimensioni minute del corpo, H. floresiensis ha anche un cranio piccolo, privo di mento, con un volume compreso tra 380 e 417 cm³: è stato dimostrato che aveva una zona della corteccia prefrontale molto simile a quella di H. sapiens e, nonostante le piccole dimensioni craniali, era comunque in grado di comportamenti complessi come macellazione, creazione di utensili in pietra e, forse, controllo del fuoco.
I resti di H. floresiensis sono associati ad oltre 10.000 manufatti litici, principalmente schegge; è probabile che questa specie abbia ereditato le capacità manuali atte alla fabbricazione di utensili dal suo antenato H. erectus. Oggetti atti alla macellazione sono stati trovati in prossimità delle ossa di un elefantide del genere Stegodon, ed è quindi possibile che H. floresiensis ne cacciasse gli esemplari giovani: tuttavia, i loro resti con chiara attività umana a Liang Bua sono rari, dove invece sono più comuni reperti di ratti giganti del genere Papagomys.
Estintosi poco dopo le prime colonizzazioni di H. sapiens dell'Indonesia, data la bassa statura H. floresiensis è colloquialmente noto come "Hobbit", in riferimento a "Lo Hobbit" di J.R.R. Tolkien: fu inoltre proposto inizialmente come nome scientifico H. hobbitus e nel 2012 il Tolkien Estate vietò ufficialmente l’uso del termine "Hobbit" per promuovere i convegni sulla specie.
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L'Iran è l'unica nazione al mondo in cui è possibile vendere legalmente i propri organi vitali.
Questa possibilità economica, che ha eliminato le liste d'attesa per un trapianto, è garantita da una legge del '98 pensata per colmare il vuoto normativo riguardante l'utilizzo di organi provenienti da cadaveri ma che, inoltre, legifera anche sulla possibilità di poter cedere un proprio organo da vivi.
Numeri alla mano, sono principalmente le fasce più povere della popolazione, in particolare le donne, a decidere di vendere i propri organi, trovandosi spesso col dover pubblicare dei veri e propri annunci in cerca di compratori.
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Al momento della sua elezione, Papa Sisinnio era gravemente malato di gotta, tanto che il suo pontificato durò solo venti giorni.
Le informazioni su di lui provengono da poche righe del Liber Pontificialis, una collezione di biografie papali fino al XV secolo. Nonostante la brevità del testo, è noto che Sisinnio fosse siriano, e fosse rispettato per la sua giusta morale e la sua preoccupazione nei confronti del popolo romano.
Sisinnio fu eletto papa il 15 gennaio 708, quando la gotta si era aggravata al punto da non permettergli di nutrirsi con le mani: il suo pontificato, il quarto più breve della storia, terminò venti giorni dopo, il 4 febbraio 708.
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Specie: Paranthropus capensis
Età: Pleistocene (1.4 mya)
Distribuzione: Sudafrica (Africa)
Questa specie è nota da un singolo fossile scoperto nel 1949 nel sito archeologico di Swartkans, una mandibola parzialmente completa con 5 molari catalogata come SK 15. Classificato dagli anni '60 come appartenente ad Homo ergaster, per molti anni la sua classificazione corretta è stata oggetto di dibattito. Recenti modelli 3D del reperto e di altri fossili del sito, creati sulla base di analisi ai raggi X, hanno mostrato come in realtà si tratti di una nuova specie, battezzata, a gennaio 2025, Paranthropus capensis da Zanolli e colleghi.
La distinzione tra la nuova specie, altri membri di Paranthropus e altre specie di Homo è stata basata sulla forma della mandibola e in alcune caratteristiche dei denti quali la loro dimensione ridotta, lo smalto (motivi alla base della classificazione originale) e la struttura interna della dentina, rivelandone l'appartenenza alla specie di australopitecina robusta più gracile nota ad oggi.
P. capensis coesistette con P. robustus, dalla quale si distaccò circa 2 milioni di anni fa. Probabilmente occupavano nicchie ecologiche diverse; la scoperta di P. capensis è indizio di una fauna di australopitecine robuste più variegata del previsto nella medesima area.
Non è noto molto di questa specie, ma è possibile che, studiando ulteriormente altri reperti già descritti di P. robustus, si possa trovare altro materiale riconducibile al nuovo ominino.
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#SapeviChe
Nel Medioevo i tatuaggi furono proibiti da Papa Adriano I durante il secondo concilio di Nicea (787 d.C.) e il divieto fu ribadito dalle successive bolle papali.
La pratica dei tatuaggi era già malvista da Costantino nel 325 d.C., perché deturpava ciò che era stato creato ad immagine di Dio. Nonostante il divieto, le classi sociali meno abbienti e i soldati continuarono a tatuarsi clandestinamente da frati che incidevano piccoli segni di devozione ai fedeli in pellegrinaggio, per lo più al Santuario di Loreto.
La questione non emerse più fino al XIX secolo, quando i tatuaggi vennero citati nel saggio “L’uomo delinquente” di Cesare Lombroso, per poi scomparire ancora fino agli anni ‘70, quando si diffusero nella cultura giovanile dell’epoca e divennero una moda che continua ancora oggi.
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Sulle banchine delle stazioni di Tokyo sono state installate delle luci blu per aiutare a prevenire i suicidi.
Tokyo è la città con il più alto tasso di suicidi del mondo, e uno tra i metodi utilizzati è quello di buttarsi sui binari davanti ai treni in transito. Per contrastare questo fenomeno, il governo ha installato le barriere anti-suicidio, che si aprono solo quando il treno è fermo sul binario.
Le luci a led blu furono installate per la prima volta nel 2009 in base alla teoria, non provata, che questo colore abbia un effetto calmante. Uno studio del 2013 ha però evidenziato come, dalla loro installazione, il tasso di suicidi fosse diminuito dell' 84%.
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Specie: Homo ergaster
Età: Pleistocene (2.04–0.87 mya)
Distribuzione: Africa (origine), Medio Oriente, Asia (possibile colonizzazione)
Descritta nel 1975 da Groves e Mazák sulla base della mandibola KNM ER 992, trovata da Richard Leakey nel villaggio di Ileret (Kenya) nel 1973, la specie H. ergaster comprende anche alcuni fossili che in precedenza si ritenevano appartenere a H. erectus. È tuttavia ancora argomento di discussione se H. ergaster e H. erectus costituiscano due specie separate: chi sostiene che siano specie distinte si basa su caratteristiche che lo separano dalla sottospecie nominale di H. erectus, la popolazione asiatica, mentre chi afferma che si tratti della stessa specie porta come prove la somiglianza anatomica tra i due ominini, evidenziando come potrebbe trattarsi di una variante regionale di H. erectus.
Per la stesura di questo post, H. ergaster è inteso come specie separata da H. erectus, sebbene i resti usati per descriverla a oggi non presentino classificazione certa tra i due primati.
Gli unici resti di cui si hanno anche elementi post-craniali ben conservati sono quelli del ragazzo di Turkana, di cui abbiamo già parlato per H. erectus ieri e che, in base a come si considera H. ergaster, può essere associato ad entrambe le specie.
Sulla base di questo ed altri esemplari, è stato possibile stabilire un quadro più o meno completo dell'ominino; il cranio di H. ergaster, dotato di fronte piatta e sfuggente e naso carnoso, con le narici dirette verso il basso, aveva un volume tra 508 e 910 cm³. È possibile che la specie fosse sprovvista di mento, dato che la mandibola è fortemente inclinata verso l'indietro.
Stimato essere alto 1.45-1.85 m da adulto, H. ergaster ha una conformazione fisica più simile a Homo sapiens e una massa corporea di 52-63 kg, un aumento notevole dovuto all'ambiente di savana aperta che abitava.
È possibile fosse una delle prime specie ad avere una notevole riduzione del pelo corporeo, caratteristica evolutasi nel genere Homo per selezione sessuale, termoregolazione o evitare parassiti.
Proprio come in H. erectus, la riduzione in dimensioni di mascella, mandibola e denti, assieme ad un intestino relativamente piccolo rispetto ai suoi antenati, indica un cambiamento di dieta verso cibi più digeribili ma di qualità nutritiva più alta, processati preliminarmente con l'utilizzo di utensili; è possibile quindi si nutrisse di carne in maggior quantità rispetto ad altre australopitecine ancestrali, sia derivata da carcasse che da caccia attiva, ma che veniva supplementata da semi, noci, miele, invertebrati, tuberi e bulbi.
Come H. erectus, H. ergaster faceva uso di utensili della cultura acheuleana e viveva in società di cacciatori-raccoglitori, con un numero variabile tra 20 e 96-116 membri; forse, come l'altra specie, era in grado di controllare il fuoco ed è stato uno dei primi ominini a migrare fuori dall'Africa, sebbene tale primato sia tutt'ora incerto.
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Il 31 gennaio 2001 due aerei della Japan Airlines rischiarono la collisione mentre erano in volo sopra Suruga Bay.
Il Boeing 747, in rotta da Tokyo ad Okinawa, ed il DC-10, in arrivo dalla Corea del Sud, rischiarono il disastro per le istruzioni errate di un controllore di volo tirocinante e del suo supervisore: al Boeing fu ordinato di scendere di quota (nonostante la strumentazione di bordo indicasse chiaramente di salire), mettendolo in rotta di collisione con il DC-10 che si stava abbassando a sua volta.
L'impatto fu evitato per pochi metri (e due secondi) da una manovra elusiva del pilota del Boeing, appena entrato in contatto visivo con l'altro aereo. Con 9 feriti gravi e altri danni minori, il Boeing rientrò subito all'areoporto Haneda, da cui era partito.
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William Burke e William Hare furono due serial-killer che uccidevano per fornire corpi da dissezionare alla ricerca scientifica.
Incentivati dal compenso economico ricevuto per ogni cadavere, i due arrivarono a compiere 17 omicidi. Complici dei delitti furono le rispettive compagne e il Dr.Knox, docente di anatomia dell'università di Edimburgo, che si finse sempre ignaro della provenienza dei numerosi cadaveri.
Nel 1828 i due vennero smascherati ed arrestati: Burke fu condannato all'impiccagione (ironicamente, il suo corpo venne donato alla ricerca) mentre Hare fu prosciolto per aver testimoniato contro Burke. Il loro metodo di uccisione (soffocare e comprimere il petto delle vittime) viene tuttora chiamato "burking".
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Specie: Paranthropus robustus
Età: Pleistocene (2.27-0.87 mya)
Distribuzione: Sudafrica (Africa meridionale)
P. robustus è la specie tipo del genere Paranthropus e uno dei primi ominini antichi mai descritti. Il primo fossile attribuito a questa specie, catalogato come TM 1517, fu scoperto nel 1938 presso il sito della caverna di Kromdraai da uno studente locale: si tratta di uno scheletro parziale comprendente parti del cranio e della mandibola, porzioni dell’omero e dell’ulna destri, oltre a una falange dell’alluce; la specie fu descritta da Broom nell'agosto dello stesso anno.
Il volume cranico di P. robustus è stimato essere tra 450-530 cm³, con un'anatomia cerebrale simile agli attuali ominoidi non umani. Nei crani identificati come maschi è presente una cresta sagittale pronunciata e guance più grosse che nei crani delle femmine, caratteristiche che indicano un chiaro dimorfismo sessuale nella specie, confermato dalle stime sulle dimensioni: le stime più recenti indicano come media 132 cm d'altezza e 32.3 kg di peso per i maschi, mentre le femmine raggiungevano una media di 110 cm e 24 kg.
L'estremità superiore del femore di un esemplare è usurata in maniera ricollegabile all'arrampicata arboricola, comportamento confermato anche dall'anatomia del braccio; tuttavia, le mani sono molto più simili a quelle umane. P. robustus era quindi meno efficiente nell'arrampicata rispetto ad altre specie, ma in compenso aveva le capacità motorie necessarie alla manipolazione e produzione di utensili.
Dal punto di vista sociale, è stato ipotizzato un modello patrilocale, con le femmine più propense ad abbandonare e cambiare il gruppo rispetto ai maschi. Tuttavia, il più alto tasso di mortalità maschile suggerisce anche la possibilità che fossero loro a essere emarginati più spesso.
Come altri Paranthropus, P. robustus presenta megadontia postcanina e premolari molarizzati, caratteristiche inizialmente collegate a una dieta a base di cibi duri. Analisi degli isotopi al carbonio dei denti suggeriscono tuttavia una dieta basata su piante C₄ e C₃, con variazione stagionale - fattore che indica possibili migrazioni foresta-savana -, e forse tuberi e miele; esistono indizi che suggeriscono l’uso di ossa come strumenti per ottenere o lavorare cibi come termiti e frutta.
Come precedentemente affermato, la specie è associata a rudimentali strumenti in osso, sebbene siano note due istanze dove potrebbe aver utilizzato anche utensili in pietra. Gli strumenti di P. robustus, non preparati per uno scopo specifico ma fabbricati da materie prime ben scelte, erano molto probabilmente associati all'alimentazione, fattore legato alla diminuzione degli incisivi della specie, a metà strada tra H. erectus e altre specie umane più tarde.
Precedentemente è stata associata a P. robustus anche la capacità di accendere fuochi; tuttavia, dato che nella zona era presente anche una specie umana, H. ergaster o H. erectus, non è chiaro quale ne sia l'autore, né, oltretutto, se fossero artificiali.
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Nella canzone "Vieni a ballare in Puglia" di Caparezza, "ballare" sta in realtà per "morire", un riferimento polemico alle morti bianche e ad altri problemi della Puglia.
Il rapper pugliese fa riferimento, sia implicitamente che esplicitamente, alle morti sul lavoro avvenute nella sua regione ma anche al problema degli incendi nel Gargano, dell'inquinamento nella città di Taranto e del caporalato degli extracomunitari nei campi.
La chiave per l'interpretazione del testo si trova nella prima strofa della canzone, in cui "ballare" significa in realtà "morire", come ad esempio per i delfini che "vanno a ballare sulle spiagge" o i treni che "vanno a ballare nei musei a pagamento".
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Uno tra i primi matrimoni omosessuali mai registrato nella storia europea fu celebrato il 16 aprile 1061 a Orensana de Rairiz de Veiga, Spagna, tra due nobiluomini.
Pedro Díaz e Muño Vandilaz, proprietari della parrocchia di Santa María de Ordes, sancirono la loro unione di fronte a un sacerdote e a un testimone, promettendo di vivere insieme come eguali «tutti i giorni e tutte le notti», di prendersi cura l’uno dell’altro e di lasciare al compagno, in caso di morte, tutti i propri beni e possedimenti.
Il documento che attesta l’unione fu ritrovato nell’archivio del Monastero di Celanova ed è oggi conservato presso l’Archivo Histórico Nacional di Madrid.
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Specie: Paranthropus boisei
Età: Pleistocene (2.5-1.15 mya)
Distribuzione: Tanzania, Etiopia, Kenya, Malawi (Africa)
I primi resti di questa australopitecina, un canino infantile e un molare di grandi dimensioni catalogati come OH 3, furono scoperti in Tanzania nel 1955, dove i paleoantropologi Mary e Louis Leakey conducevano degli scavi sin dagli anni '30; 4 anni più tardi i due scoprirono l'olotipo della specie, OH 5, un cranio parziale appartenuto ad un individuo adolescenziale o subadulto battezzato "Dear Boy", sul quale basarono la descrizione ufficiale di Zinjanthropus boisei. La specie fu successivamente ridescritta come P. boisei nel 1960 da Robinson basandosi sulle somiglianze tra l'esemplare OH 5 ed il genere Paranthropus.
P. boisei è l'australopitecina più robusta del suo gruppo: dall'analisi del cranio, pare che la specie fosse limitata nella dimensione dei singoli pezzi di cibo che poteva strappare ma potesse masticare grandi quantità di materiale simultaneamente.
Poiché provvisto di megadontia post-canina, premolari "molarizzati" e una mascella forte, è stato proposto che P. boisei avesse una dieta specializzata, basata su cibi duri; tuttavia, analisi delle microusure dei molari indicano una dieta prettamente frugivora, mentre l'analisi degli isotopi al carbonio ha trovato una prevalenza di piante C4 come erbe abrasive e carici.
Il volume cranico stimato nella specie si suppone variasse tra i 444 e 545 cm³, con una media di 487.5 cm³. La grande variabilità potrebbe indicare la presenza di un forte dimorfismo sessuale.
P. boisei è una delle poche australopitecine robuste di cui è possibile ipotizzare con una certa accuratezza le dimensioni. Da un femore di un esemplare interpretato come maschio (OH 80) è possibile che questo fosse alto 156.3 cm e pesante 50-61.7 kg. Un altro individuo, di dubbia classificazione e interpretato come una femmina, pare raggiungesse i 124 cm d'altezza.
I resti di OH 80 presentano molte similitudini con Homo erectus, quali un posizionamento simile dell'osso nel bacino, mentre, sempre nello stesso esemplare, il braccio risulta simile a quello di gibboni e gorilla, portando alla possibilità che questa specie fosse sia bipede che dotata di locomozione arboricola.
Quando l'esemplare OH 80 fu scoperto nel 2013, era associato ad utensili della cultura oldovuiana e ad ossa di animali macellati: ciò potrebbe indicare che anche P. boisei e non solo Homo fabbricasse questo tipo di utensili, oltre ad integrare una certa quantità di carne nella sua dieta. La specie sarebbe stata in grado di manipolare e costruire utensili semplici nonostante le sue mani avessero un pollice debole e falangi curve più adatte, all'arrampicata arborea.
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Ernesto Che Guevara contribuì alla propria cattura attraverso il libro del 1961 "Guerrilla Warfare".
Nel libro il Che intendeva spiegare ai vari movimenti rivoluzionari dell’epoca come organizzare e condurre una guerriglia nei diversi paesi dell’America Latina, dell'Africa e dell'Asia.
Tuttavia, a studiarne il testo furono anche le forze militari statunitensi che, a loro volta, passarono le informazioni alle varie milizie controinsurrezionali, tra cui quelle boliviane, che riuscirono a catturare e uccidere il rivoluzionario marxista nel 1967.
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