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#SapiensNow
Felix Baumgartner, paracadutista estremo, è morto il 17 luglio a 56 anni durante un lancio in parapendio.

L’austriaco Baumgartner ha affrontato molte sfide eccezionali durante la sua carriera. Il 14 ottobre 2012, a Roswell (New Mexico), salì con un pallone a elio fino alla stratosfera, per poi lanciarsi in caduta libera da 38.969 metri. Raggiunse la velocità di circa 1350 km/h stabilendo vari record mondiali, tra cui quello di prima persona a superare il muro del suono a corpo libero. Il salto fu trasmesso in diretta mondiale, con un leggero ritardo per consentirne l’interruzione in caso di esito fatale.

Mentre si trovava in Italia con la moglie, Fearless Felix è precipitato nella piscina di un resort a Fermo, nelle Marche, ferendo una donna. Un malore lo avrebbe ucciso in volo, impedendogli qualunque manovra.

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#SapeviChe
Nella lega professionistica di pallacanestro femminile americana (WNBA), fino al 2018 sono state realizzate soltanto 21 schiacciate.

Sebbene nel basket maschile, soprattutto nell'NBA, sia frequente vedere i giocatori schiacciare a canestro, ciò è molto raro nelle partite femminili. Nell'WNBA si contano soltanto 21 schiacciate, di cui 14 in partite ufficialie 7 agli All Star Games.

La statistica non cambia nel resto del mondo, dove la prima schiacciata realizzata da una donna in una partita ufficiale risale al 1978, in Olanda, mentre la prima schiacciata "olimpica" è arrivata soltanto alle Olimpiadi di Londra del 2012.

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#SapeviChe
Gli Stati Uniti stanno preparando un piano per rilasciare miliardi di mosche sterilizzate sul Messico meridionale e il Texas per combattere la Mosca Assassina del Nuovo Mondo.

Le larve di mosca assassina del Nuovo Mondo (Cochliomyia hominivorax) si nutrono di carne viva di mammiferi, con gravi perdite di bestiame e animali domestici. Fu eradicata negli USA e in Messico negli anni '60, ma dal 2023 si sono registrati ingressi sempre maggiori da Panama.

Utilizzando la Tecnica dell'Insetto Sterile (SIT), vengono allevati in massa e dispersi per via aerea maschi sterili, così da ridurre la fertilità della popolazione selvatica. Sono stati stanziati 8,5 milioni di dollari per una nuova struttura di dispersione in Texas e 21 milioni per un allevamento in Messico, operativo nel 2026.

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#SapeviChe
La "balena 52-hertz", così chiamata perché è un esemplare che emette suoni a una frequenza più alta della norma, è considerata la creatura più sola sulla Terra.

Scoperta per la prima volta nel 1989, questo particolare cetaceo produce suoni a una frequenza di 52-hertz, molto più alta rispetto al resto della specie, che di norma produce suoni tra i 10 e 39 hertz; ciò la rende quindi incapace di comunicare con i suoi simili.

È ancora incerto di quale specie di balena l'esemplare faccia parte: s’ipotizza che sia una una balenottera azzurra o una balenottera comune con una malformazione, oppure un ibrido tra le due specie.

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#SapeviChe
Cleopatra non era egiziana ma discendeva da una dinastia macedone, il cui capostipite era un generale di Alessandro Magno.

Discendeva da un diadoco, uno dei generali di Alessandro Magno; essi alla sua morte si spartirono i territori conquistati, tra cui l'Egitto. Cleopatra era figlia del faraone Tolomeo XII, con cui condivide la reggenza del Regno d’Egitto, e fu l’ultima sovrana di origine ellenica.

Dagli storici viene considerata la reggente con le migliori capacità politiche della sua famiglia, che dimostrò fino al suo suicidio nel 30 a.C., che portò a termine tramite un echide carenato, una vipera letale medio-orientale.

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#SapeviChe
La Dodge Viper fu messa fuori produzione perché non più compatibile con gli standard di sicurezza.

Nel 2016 una persona molto vicina a FCA (Fiat Chrysler Automobiles) rivelò al mensile americano Motor Trend che la muscle car non si sarebbe potuta adeguare alla norma FMVSS #226, imposta a partire dall’anno successivo: la ridotta altezza dell’auto impediva l’installazione degli airbag laterali a tendina, imposti dalla norma, senza un’estremamente costosa riprogettazione del veicolo.

A concedere un barlume di speranza agli appassionati pensò successivamente l’allora amministratore delegato dell'azienda Sergio Marchionne, che non escluse una rivisitazione della Viper in futuro.

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#SapeviChe
Cinematdour è un cinema itinerante tunisino nato nel 2024 per raggiungere anche gli abitanti delle località più isolate grazie ad un camion cinematografico.

Il progetto, gestito da un’organizzazione culturale e un ente non profit, si propone soprattutto di combattere l’isolamento culturale, in un paese che conta solo 15 cinema per 12 milioni di abitanti. Il camion ha sedili imbottiti e un ampio schermo, ed è climatizzato. Può ospitare fino a 100 spettatori, ed è accessibile anche a persone ipovedenti e sordomute.

I programmi prevedono spettacoli sia per adulti che per bambini, concerti, dibattiti e laboratori. Da maggio a dicembre 2024, più di 15.000 persone hanno partecipato alle proiezioni in diverse città tunisine.

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#SapiensAncestors
Specie: Homo luzonensis
Età: Pleistocene medio - Pleistocene superiore (0.134-0.049 mya)
Distribuzione: Filippine (Asia)

I primi resti di H. luzonensis furono scoperti nel 2007 dallo zooarcheologo Philip Piper, mentre sistemava alcune ossa animali che furono ritrovate nella grotta di Callao, nell'isola di Luzon (Filippine), dal team dell'archeologo Armand Mijares. Nel 2010, Mijares e il bioantropologo Florent Détroit identificarono inizialmente quei resti come appartenenti a H. sapiens, ma il ritrovamento successivo di altri 12 reperti, che presentavano una combinazione di tratti tipici sia degli umani moderni che di Australopithecus, portò all'ufficializzazione di una nuova specie umana, descritta come Homo luzonensis da Détroit e colleghi nel 2019. Tutto il materiale noto, prettamente denti e ossa delle dita di mani e piedi, appartiene ad almeno 3 esemplari.

La collocazione tassonomica precisa di H. luzonensis è ancora incerta e, come per altri ominini tropicali, non è stato possibile estrarre il DNA dai fossili. È probabile che si possa essere evoluto da una prima migrazione di H. erectus nel sud-est asiatico, mentre un'altra corrente di pensiero avanza la possibilità che si sia evoluto da una specie ancora sconosciuta e forse anteriore a H. erectus, entrambe ipotesi applicabili anche ad H. floresiensis; l'attività di qualche specie di ominino su Luzon si può retrodatare a 771.000-631.000 anni fa.

Similmente al resto della fauna endemica di Luzon e a H. floresiensis, H. luzonensis (noto anche come uomo di Callao o Ubag, da un cavernicolo di una leggenda locale) potrebbe essere stato affetto da nanismo insulare, sebbene siano necessari resti più completi per confermare tale proposta: le stime sul materiale noto sono confrontabili con le dimensioni dei negritos filippini, termine passato ad indicare in modo estensivo tutti i gruppi pigmoidi che si trovano nell'Asia meridionale e insulare e nell'Oceania, alti in media 151 cm (maschi) e 142 cm (femmine).
Come H. floresiensis, H. luzonensis presenta caratteristiche più simili a quelle di Australopithecus e specie umane arcaiche che a quelle delle forme più recenti di Homo: i molari sono più piccoli di quelli di H. floresiensis e, come negli esseri umani odierni, diminuiscono in dimensioni man mano che si avanza nella bocca. Sebbene la forma dei denti postcanini differisca da quella di Paranthropus, le proporzioni tra premolari e molari sono più simili a questo genere di australopitecina.

Le dita di H. luzonensis, similmente ai membri di Australopithecus, ad H. floresiensis e, talvolta, agli esseri umani odierni, sono lunghe, strette e curve; l'anatomia dell'area delle nocche è unica nel genere Homo, come lo è anche la morfologia delle ossa dei piedi, distinguibili da quelle di A. africanus e A. afarensis. A causa della scarsità dei resti non è chiaro come H. luzonensis si muovesse.

Poiché Luzon è sempre stata un'isola nel Quaternario, gli antenati di H. luzonensis dovettero attraversare un considerevole tratto di mare per raggiungerla.
Circa il 90% dei frammenti ossei ritrovati nella grotta di Callao appartiene al cervo delle Filippine, il che suggerisce che carcasse di questo animale venissero intenzionalmente portate nella grotta dalla specie umana che abitava il posto, fatto supportato dalla mancanza di grandi predatori sulle isole filippine nel Pleistocene (ad eccezione di Palawan, dove erano presenti le tigri); la scoperta di una tibia di cervo con segni di taglio, sommata alla mancanza di utensili nella grotta, indica che o gli utensili erano in materiale organico, e quindi si sono degradati, o che la carne era stata lavorata lontano dal sito. Sono stati identificati anche resti appartenenti al cinghiale delle Filippine e ad un bovide estinto.

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#SapeviChe
Pingu, l'Armando della Pimpa, Capitan Findus e La Linea di Osvaldo Cavandoli erano tutti doppiati dallo stesso attore: Carlo Bonomi.

Venuto meno il 6 agosto 2022, il celebre doppiatore si è prestato anche per molti altri personaggi: da Maestro Globus di Siamo Fatti Così, a Rigodon ne Il Giro del Mondo di Willy Fog; Bem in Carletto il principe dei mostri; vari ruoli in Calimero; tutti i ruoli in numerosi cartoni di Bruno Bozzetto e in Pingu. Sua anche la voce fuori campo in diversi caroselli: Motta; Gio Condor; Lagostina; Pennelli Cinghiale.

Per Pingu e La Linea ha sfruttato il grammelot, uno strumento recitativo che assembla suoni, onomatopee e fonemi privi di significato. Ritroviamo l'uso del grammelot anche in artisti come Chaplin, Dario Fo e Gigi Proietti.

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#SapeviChe
In Islanda è possibile avere un cognome gender-free, oltre che utilizzare il cognome della madre o di entrambi i genitori.

Il cognome di una persona nata in Islanda è molto diverso rispetto a quello più comune nella parte occidentale del mondo. Normalmente viene utilizzato il patronimico del nome del padre alla cui fine vengono aggiunti i termini -son (figlio) oppure -dóttir (figlia).

Nel corso degli anni le norme riguardanti la creazione dei cognomi sono state modificate dando la possibilità ai cittadini di utilizzare il matronimico o, in caso di una famiglia composta da due persone dello stesso sesso, il cognome di entrambi i genitori. L'ultima aggiunta ha introdotto il suffisso gender free -bur, assimilabile al termine generico child utilizzato nella lingua inglese.

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#SapeviChe
Mercurio è l'unico pianeta del Sistema Solare in cui è possibile vedere il Sole muoversi all'indietro.

La direzione e la velocità a cui un osservatore che si trovi su Mercurio è in grado di veder muovere il Sole nel cielo è legata al rapporto che c'è tra il moto di rotazione su se stesso e il moto di rivoluzione attorno alla nostra stella.

Mercurio, infatti, è talmente vicino al sole che la sua velocità di rivoluzione è minore di quella di rotazione. Questo implica anche che due persone posizionate una lungo il suo equatore e l'altra lungo la linea del circolo di illuminazione vedrebbero la stella muoversi in due direzioni opposte.

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#SapiensAncestors
Specie: Homo naledi
Età: Pleistocene medio (0.335-0.236 mya)
Distribuzione: Sudafrica (Africa)

Nel 2013 furono scoperti dei resti di alcuni ominini sul fondo della Dinaledi Chamber, un'area della grotta Rising Star; questa è situata in Sudafrica, in una zona che è racchiusa nella Culla dell'Umanità.
Gli scopritori tornarono due settimane dopo e scattarono delle fotografie che mostrarono ai paleoantropologi Boshoff e Berger, i quali riuscirono a recuperare tutti e 1500 i frammenti presenti, riconducibili a 737 elementi scheletrici appartenuti ad almeno 15 individui di età diverse. I resti, identificati come appartenenti ad una nuova specie, furono classificati da Berger e colleghi come H. naledi nel 2015, con il nome specifico che, nella lingua Sotho, significa "stella", in riferimento al luogo della scoperta. Nel 2017, almeno altri 3 esemplari furono recuperati nella Lesedi Chamber della medesima grotta.

Si ipotizza che H. naledi si sia separato molto presto nell'evoluzione del genere Homo rispetto ad altre specie sue contemporanea, sebbene non sia ancora chiaro quando ciò sia avvenuto: tra le classificazioni proposte, una vede questa specie come un ramo fratello dei discendenti di H. heidelbergensis, come H. sapiens ed H. neanderthalensis. Studi recenti suggeriscono come il ramo che avrebbe portato a questa specie possa essersi separata da H. erectus relativamente poco tempo dopo la sua comparsa; se H. naledi non era ristretto alla sola area in cui sono stati trovati i resti, potrebbe indicare che molti esemplari più gracili e recenti di H. erectus debbano essere riclassificati.

In generale, H. naledi presenta un mix atipico di caratteristiche più simili ad Australopithecus ed altre confrontabili con specie del genere Homo, sia arcaiche che più recenti. Il cranio, noto da più di 5 esemplari, ha un volume di 465-610 cm³, con valori più bassi per le femmine: tali dimensioni sono insolite per una specie umani, maggiori rispetto solo a quelle derivate dal nanismo insulare di H. floresiensis, e sono più simili a quelle delle australopitecine non-Homo. Non è chiaro se tale caratteristica derivi dai suoi antenati o se si sia evoluta indipendentemente; ciononostante, la forma del cranio e buona parte degli altri suoi caratteri sono confrontabili con altri membri di Homo.

Stimato a 143.6 cm di altezza e 39.7 kg di peso, H. naledi nella corporatura ha più caratteristiche confrontabili con altre specie umane; buona parte dei tratti delle braccia è anch'essa confrontabile con altri Homo, sebbene qui il mescolamento delle caratteristiche sia più evidente. Le dita delle mani indicano sia abilità nella manipolazione precisa degli oggetti che un comportamento arboricolo. Una maggiore abilità nell'arrampicata è riscontrabile anche dall'analisi delle gambe, le quali condividono molti tratti, oltre che con Homo (piede e gamba inferiore), anche con Australopithecus (tallone e gamba superiore): ciò sembra confermare un maggiore adattamento alla vita arboricola in H. naledi nonostante la sua bipedia obbligata, a discapito dell'abilità nella corsa di resistenza.

La dentatura di H. naledi è meno specializzata di altre specie umane, sebbene le dimensioni rammentino quella di H. sapiens, e in alcuni casi risulta più simile a quelle di A. afarensis e Paranthropus. Dall'usura dei denti, pare che H. naledi mangiasse oggetti piccoli e duri come terra e polvere, probabilmente derivati dal consumo di radici e tuberi non lavati. È plausibile anche l'inclusione di noci e nella dieta, che erano divisi in pezzi più piccoli.

H. naledi probabilmente produceva ed utilizzava strumenti litici della cultura olduvaiana ed acheuleana; è possibile che, essendo l'unico ominino sudafricano vissuto durante l'MSA (Middle Stone Age) nella regione di Highveld, questa specie mantenesse viva questa tradizione fabbricando strumenti ad essa legata.
Data la grande quantità di reperti nella grotta Rising Star, è stato proposto che il sito fosse un luogo di sepoltura, sebbene le prove per tale ipotesi non siano accettate completamente.

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#SapeviChe
Il pianeta gigante Urano è stato scoperto ufficialmente più di cento anni prima del continente Antartide.

Il primo avvistamento del continente si fa risalire al 1820 ad opera della spedizione russa di Lazarev e Bellingshausen; tuttavia il primo uso del nome Antartide per identificare il nuovo continente risale al 1890, attribuito a John George Bartholomew.

Urano fu scoperto per caso il 13 marzo 1781 da Sir William Herschel, che notò un corpo che sembrava spostarsi nel cielo; fino ad allora era stato considerato una stella, a causa della sua bassa luminosità e della sua orbita particolarmente lenta.

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#SapeviChe
I gusci delle tartarughe sono collegati al sistema nervoso e permettono loro di provare sensazioni sia di piacere che di dolore.

I gusci non sono solo protettivi ma sono sensibili come le altre parti del corpo e le tartarughe riescono a percepire se il guscio viene accarezzato, strofinato o ferito, percependo sensazioni di piacere o dolore a seconda di come viene trattato.

Inoltre, esso fa parte dello scheletro della tartaruga e funge da protezione non solo contro i predatori ma anche per gli organi interni, dato che il resto del loro corpo è molto fragile.

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#SapeviChe
Il decadimento aggraziato è la possibilità di un macchinario di continuare a funzionare, anche se con potenza limitata, nonostante guasti o parti mancanti.

Il termine originale è graceful degradation e serve ad evitare il fallimento catastrofico dei macchinari in diversi ambiti sensibili, come quello militare e medico; anche la presenza di un gruppo elettrogeno o di un generatore di emergenza è considerato un caso di decadimento aggraziato.

Simile è la tolleranza ai guasti, cioè la capacità di un sistema di continuare a funzionare nonostante le avarie: a differenza del decadimento aggraziato, però, il sistema continua a funzionare a piena potenza. Entrambi sono considerabili fenomeni opposti all'obsolescenza programmata.

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#SapeviChe
Giocare a far inseguire il puntatore laser ad un cane può trasformarsi in una fonte di frustrazione e ansia per l'animale.

Il laser stimola il loro istinto predatorio ma senza mai soddisfarlo. Questo gioco privo di finale può confondere l’animale, portandolo ad avere comportamenti ossessivi, come vagare ansioso alla ricerca del raggio sparito, fissare il punto in cui è apparso o reagire a riflessi luminosi improvvisi.

In casi più gravi, può scatenare vere e proprie compulsioni, come inseguire luci e ombre fino a diventare disorientato e stressato.

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#SapeviChe
Uno studio del 2024 ha rivelato una possibile correlazione tra l’attrattività maschile e un atteggiamento più ostile nei confronti delle donne.

Dai risultati è emerso che, tra i soggetti campionati, sia gli uomini che si percepivano come molto attraenti sia quelli che si consideravano poco attraenti tendevano a mostrare livelli più elevati di ostilità verso le donne rispetto agli altri gruppi analizzati.

Si ipotizza che gli uomini poco attraenti sarebbero propensi a provare risentimento verso le donne e incolparle delle proprie insicurezze, mentre quelli molto attraenti manifesterebbero tratti narcisistici e reagirebbero più violentemente quando non ricevono l’attenzione desiderata.

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#SapeviChe
Secondo la pratica indù del Sati, alla morte del coniuge la vedova può togliersi la vita come forma di devozione verso il marito.

Il sati veniva praticato sin dal Medioevo in alcune comunità Indù: la moglie del defunto, o per volontà propria o perché costretta, poteva farsi bruciare nella stessa pira del marito, o farsi seppellire viva insieme al defunto.

Tale pratica era vista come la massima espressione di devozione verso il marito e si pensava servisse a liberare la moglie dai peccati e a garantire al marito la salvezza. Fu vietata nel 1827 dal governatore Bentinck in quanto non aveva delle solide basi teologiche.

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#SapeviChe
L'attore svedese Björn Johan Andrésen divenne uno dei primi "idol" occidentali in Giappone grazie al ruolo di Tadzio in "Morte a Venezia" di Luchino Visconti.

All'inizio degli anni '70, questo quattordicenne incarnava perfettamente la bellezza androgina amata in Giappone, tanto che molti personaggi shōjo (manga "per ragazze") sono ispirati a lui, inclusa Lady Oscar.

La notorietà mondiale, ottenuta per la sua bellezza androgina, la giovane età e la falsa voce che fosse omosessuale, portò Bjorn a rifiutare ogni ruolo omosessuale o basato solo sulla bellezza. Nel 2022, cinquant'anni dopo l'uscita del film di Visconti, il documentario "Il ragazzo più bello del mondo" celebra luci ed ombre della vita dell'attore.

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#SapiensAncestors
Specie: Denisova
Età: Pleistocene medio - Pleistocene superiore (0.285-0.025 mya)
Distribuzione: Siberia, Tibet, Laos, Taiwan, Cina (Asia), Papua Nuova Guinea (Oceania), altre aree asiatiche e dell'Oceania (studi genetici)

La popolazione umana dei Denisova non ha ancora un nome scientifico ufficiale in quanto priva di sufficienti elementi diagnostici non genetici, sebbene nuove scoperte abbiano aumentato il materiale disponibile: la più recente è avvenuta nel 2025, quando il cranio olotipo di H. longi è stato riclassificato sotto questo gruppo in base alle analisi proteiche eseguite su di esso.
Il primo resto di questo gruppo, l'osso di un dito di una giovane femmina vissuta 76.200-51.600 anni fa, fu scoperto nel 2008 nella caverna di Denisova, in Siberia (Russia), da cui prende il nome la popolazione, dall'archeologo Shunkov e colleghi: analisi genetiche effettuate su di esso mostrarono come appartenesse a un gruppo prima sconosciuto, distinto da H. sapiens e H. neanderthalensis.

Evolutisi da H. heidelbergensis, i Denisova sono il ramo filogeneticamente più vicino a H. neanderthalensis, sebbene non sia del tutto chiaro quando si siano separati. Sono note 3 popolazioni distinte denisovane delle quali parte del genoma sopravvive oggi in H. sapiens: la prima era nativa di un areale che si espandeva dalla caverna di Denisova fino all'Asia orientale; la seconda viveva in Papua Nuova Guinea ed isole limitrofe; la terza abitava altre zone dell'Oceania e parte dell'Asia sud-orientale. La presenza in Oceania indica che i Denisova sono stati una delle poche specie umane ad aver oltrepassato la linea di Wallace, assieme a H. floresiensis, H. luzonensis ed H. sapiens.

Nota da oltre 15 esemplari, il cranio di questa specie è conosciuto soprattutto da esemplari come l'"Uomo di Dali" e l'olotipo di H. longi: caratteristiche tipiche sono fronte sfuggente, naso grande, orbite oculari quadrate e volto piatto; forse il mento era assente. Il volume cranico è di circa 1420 cm³, molto più grande dei crani di altri umani antichi ma più piccolo rispetto alla maggioranza dei teschi di H. sapiens e H. neanderthalensis.
Le stime sui reperti postcraniali conosciuti, appartenenti ad una femmina, indicano che questo esemplare fosse alto circa 170 cm e pesasse quasi 79 kg, rendendola la femmina umana più grande nota dal record fossile, nel range delle dimensioni di H. sapiens.
I genomi recuperati dalla caverna di Denisova presentano geni che, negli esseri umani odierni, sono associati a capelli castani, pelle scura e occhi marroni.

Gli oggetti recuperati dai luoghi in cui viveva questa specie indicano che i Denisova usassero una grande varietà di strumenti litici, alcuni tipici della tecnica Levallois: tra i manufatti recuperati nella grotta di Denisova figurano lame e scalpelli, strumenti in osso e ornamenti come anelli in varie tipologie di pietra e ciondoli in avorio e denti di mammifero.
Dai siti tibetani è emerso una maggiore quantità di ossa processate o con segni di macellazione, da cui potrebbero essere stati fatti utensili: la presenza di impronte di mani e piedi, lasciate forse da individui di 12 e 17 anni, potrebbe essere la più antica forma di arte rupestre vera e propria nota.
Dalla regione dello Yunnan, in Cina, sono stati recuperati strumenti in legno nei pressi di un antico lago, che i Denisova avrebbero usato per ottenere risorse come tuberi e rizomi.

I Denisova si incrociarono con varie specie umane: nella caverna di Denisova sono stati scoperti i resti di un ibrido H. neanderthalensis-Denisova di 1a generazione, una femmina di 13 anni battezzata "Denny". Almeno il 17% del genoma Denisova condivide geni di popolazioni neanderthaliane locali, in particolare quella dei monti Altai.
L'ibridazione con H. sapiens è tutt'ora rilevante: geni denisovani sono presenti in varie popolazioni oceaniche ed asiatiche in varie percentuali e sono collegati all'efficienza respiratoria a bassi livelli di ossigeno, routine giornaliera e immunità contro una mutazione di SARS-CoV-2.

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#SapeviChe
Il Partenone di Atene è rimasto pressoché intatto per oltre 2000 anni, fino ad un’esplosione avvenuta nel 1687.

All’epoca era in corso la Guerra di Morea (1684 - 1699) tra Veneziani e Ottomani. Questi ultimi fortificarono l’Acropoli di Atene e utilizzarono il tempio come deposito per le munizioni e perciò, quando la città venne assediata dalle navi veneziane, l’intera zona subì pesanti bombardamenti. Proprio durante uno di questi un colpo di mortaio colpì il Partenone, causando il crollo totale del tetto e la distruzione della parte centrale.

L’esplosione generatasi causò la morte di circa 300 persone: i frammenti di marmo si scagliarono contro l’esercito turco e gli incendi divorarono gli edifici circostanti.

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#SapeviChe
Nell'Europa medievale era pratica diffusa sostenere processi legali contro la fauna addomesticata e condannarla.

Grazie ad alcuni documenti legali datati tra il XIII e il XVIII secolo, si è potuto appurare che l'attività, sebbene prevalente in Francia, era praticata anche nel resto del Mediterraneo, nei paesi germanici e in quelli slavi.

Gli animali erano soggetti a tortura, alla pena capitale e talvolta vestiti in maniera umana per renderli presentabili in corte. A venire processato era perlopiù il bestiame da allevamento, ma la corte ecclesiastica era solita condannare e maledire anche animali infestanti come ratti e termiti.

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#SapeviChe
Secondo uno dei primi resoconti scritti sul genere, gli orangotango (genere Pongo) sarebbero in grado di parlare.

Tale testimonianza proviene dall'opera del medico olandese Jacobus Bontius, pioniere della medicina tropicale, denominata Historiae naturalis et medicae Indiae orientalis (1631). In essa, l'autore riporta come i malesi affermano che tali primati possano parlare, ma non lo facciano per evitare di lavorare.

Quelli che l'autore nel testo chiama "Orang Hutan" (dal malesiano, "uomini della foresta") potrebbero però non essere i primati che oggi portano quel nome: è stato proposto infatti che il termine usato dai nativi identificasse, in quel contesto, uomini affetti da cretinismo.

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#SapiensAncestors
Specie: Homo neanderthalensis
Età: Pleistocene medio - Pleistocene superiore (0.24-0.032 mya)
Distribuzione: Europa occidentale e meridionale (origine), Europa orientale ed Asia (colonizzazioni)

H. neanderthalensis è la prima specie fossile mai ascritta al genere Homo: nel 1829, in Belgio, nelle Grottes d'Engis, Schmerling, padre della paleontologia, trovò un cranio che definì di un uomo "poco sviluppato".
Nel 1856, il paleoantropologo Fuhlrott riconobbe Neanderthal 1, scheletro parziale trovato nella valle di Neander, come non appartenente ai moderni umani: come d'uso all'epoca, venne definito più simile alle cosiddette "razze inferiori".

Analisi genetiche hanno evidenziato una vicinanza filogenetica tra H. neanderthaliensis e Denisova.
Nativo dell'Europa occidentale e meridionale, fino all'Italia, ampliando il suo areale grazie ai cicli di formazione e scioglimento dei ghiacciai. La presenza più a est accertata è in Siberia, nella caverna di Denisova, con qualche traccia presunta in Cina, mentre la colonia più a sud risiedeva in Palestina.

Il cranio di H. neanderthalensis ha fronte sfuggente, mento assente o accennato, orbite degli occhi circolari e naso di grandi dimensioni, adattamento al clima freddo in cui viveva. Il volume cranico medio è tra i 1.640 cm³ (uomini) e i 1.460 cm³ (donne), valori superiori alle medie umane odierne.

H. neanderthalensis era basso e robusto, con un'altezza media di 164-168 cm per i maschi e 152-156 cm per le femmine. Il torace era profondo e ampio, caratteristica che potrebbe indicare una maggiore capacità polmonare, gli arti erano corti e possedeva più fibre muscolari a contrazione rapida, adattamenti che rendevano più efficienti gli sprint. Il colore della pelle variava e i capelli erano neri o castani.

La popolazione di H. neanderthalensis era relativamente esigua, quindi i clan erano composti da pochi individui (da 10 a 30), rendendo impossibile un vero differenziamento dei ruoli. I clan si muovevano tra caverne base al periodo, con luoghi frequentati anche per generazioni.

H. neanderthalensis si cibava di molte specie di mammiferi terrestri di medie-grandi dimensioni (raramente megafauna), foche, delfini, pesci, crostacei, testuggini e uccelli; non mancava inoltre il consumo di semi, noci, frutta, cereali e funghi. Sono noti eventi di cannibalismo, ma collegati a situazioni estreme.
Si ipotizza la preparazione del cibo seguendo rudimentali "ricette" ed è possibile usasse delle spezie e che fosse in grado di conservare carne come scorta per l'inverno. Le pellicce delle prede venivano lavorate per creare delle sorta di poncho su misura. Aveva rudimentali cure per i feriti.

H. neanderthalensis è considerato l'inventore della tecnologia musteriana, usava materiali raccolti da siti a non più di 5 km di distanza e talvolta anche conchiglie e ossa per i suoi utensili. È noto costruisse lance (sia da lancio che da mischia) usando legni specifici.
Non è chiaro se fosse in grado di produrre fuoco o lo conservasse da sorgenti naturali.

H. neanderthalensis collezionava fossili, gemme e conchiglie, alcune delle quali potevano essere dipinte, non è chiaro se per qualche significato simbolico o se per piacere estetico. Sono note anche possibili incisioni su ossa, pietre e rocce e una prima possibile forma di arte rupestre. Sulla base di un femore di orso delle caverne, pare che un individuo abbia fabbricato un flauto, ma alcuni ipotizzano i fori presenti sullo stesso come segno di un predatore.

Non è noto se H. neanderthalensis avesse un linguaggio complesso e sviluppato, o una sorta di spiritualità: è risaputo che seppellisse i propri morti, sebbene non frequentemente, e prestasse maggiore attenzione alle sepolture di bambini e neonati.

H. neanderthalensis si è ibridato con la forma di H. sapiens anatomicamente moderno in almeno 2 eventi, entrambi non avvenuti nel continente africano. Questo fenomeno si è verificato anche con gruppi oggi estinti: stando alle stime, circa il 20% del DNA neanderthaliano è presente nella popolazione moderna.

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#SapeviChe
Lo Zar Ivan IV Vasil'evič, detto "Ivan il Terribile", compì il primo omicidio alla tenera età di 13 anni.

A 3 anni venne meno il padre e ad 8 anni lui ed il fratello disabile rimasero orfani, subendo dieci anni di soprusi da parte delle altre famiglie in lotta per il potere finché nel 1453, durante una festa, Ivan fece arrestare e condannare a morte il principe Andrei M. Shuisky, la cui famiglia all'epoca deteneva de facto il potere in Russia, accusandolo di cattiva amministrazione del Paese.

Secondo alcune versioni, Andrei venne sbranato dai cani; secondo altre fu picchiato a morte dai carcerieri.

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#SapeviChe
La più antica fabbrica di sapone tradizionale all'olio d'oliva ancora in funzione si trova a Tripoli, in Libano.

L'azienda Masbanat Awaida, fondata nel 1880 da un proprietario di piantagioni d'ulivo e tra le prime del Paese, oggi è una delle ultime due rimaste. Giunti alla quarta generazione, i membri della famiglia Awaida proseguono ancora oggi la tecnica artigianale risalente al XIV secolo, con la produzione quattro volte l'anno di 30.000 pezzi tagliati e poi fatti asciugare in caratteristiche torri.

Non manca anche un occhio al futuro, con nuovi saponi profumati e artistici, l'apertura del processo di produzione tradizionale ai turisti, la vendita agli hotel locali e l'esportazione in diversi paesi.

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#SapiensAncestors
Specie: Homo sapiens
Età: Pleistocene medio–presente (0.3 mya–oggi)
Distribuzione: Africa (origine), Eurasia, Oceania, Nordamerica, Sudamerica, Antartide (colonizzazioni/esplorazioni)

H. sapiens è ad oggi l'unica specie umana vivente. Con oltre 8 miliardi di individui, si tratta della specie mammifera più numerosa al mondo ed è stata descritta dal padre della tassonomia moderna, Carl Linnaeus, nel 1758.

La specie comparve in Africa 300.000 anni fa, evolvendosi da popolazioni di H. heidelbergensis africane, e tra 160.000-70.000 anni fa iniziò a presentare la cosiddetta "modernità comportamentale" (pensiero astratto, comportamenti con simbolismi, musica), fenomeno forse favorito dai cambiamenti climatici del Pleistocene medio.
H. sapiens fu protagonista di almeno 2 ondate migratorie fuori dall'Africa: la prima avvenne 130.000-100.000 anni fa e vide come protagonisti popolazioni dell'Africa mediterranea; sebbene riuscirono a giungere in Europa, questi gruppi si estinsero. La seconda dispersione ebbe luogo invece tra 70.000 e 50.000 anni fa: in questo caso, H. sapiens passò dalla penisola arabica da sud e, stabilendosi prima in Asia minore, colonizzò l'Europa e il resto dell'Asia, giungendo poi in Oceania 65.000-40.000 anni fa e, attraversando lo stretto di Bering, nelle Americhe non prima di 20.000-15.000 anni fa. Le dispersioni più recenti sono quelle che hanno interessato luoghi come la Nuova Zelanda e il Madagascar, avvenute tra il IV e il XIV secolo d.C.
Durante le sue migrazioni, H. sapiens si è ibridato con altre specie umane ora estinte, come Denisova e H. neanderthalensis: parte del loro DNA, con percentuale variabile, è presente tutt'ora nelle popolazioni esistenti.

H. sapiens differisce nell'anatomia tra le popolazioni arcaiche e quelle "anatomicamente moderne", con le prime generalmente più robuste e con una mascella di dimensioni maggiori; gli esseri umani odierni, invece, sono complessivamente più esili.
Il cranio di questa specie, con fronte solitamente alta e provvisto di mento, varia da 1100 cm³ a 1700 cm³; per i maschi questo valore medio è di 1260 cm³, mentre nelle donne è 1130 cm³. Bipede obbligato e ottimo corridore su lunghe distanze, grazie alla grande densità di ghiandole sudoripare e ai peli corporei generalmente corti e quasi trasparenti, H. sapiens presenta anche un notevole dimorfismo sessuale: i maschi sono alti in media 171 cm per un peso di 77 kg e tendono ad avere una massa muscolare più sviluppata, mentre le femmine, che generalmente hanno più grasso corporeo, sono alte in media 159 cm per 59 kg di peso. La variazione intraspecifica è inoltre altamente rilevante.

La dieta di H. sapiens è stata chiave per il suo successo come specie: di natura onnivora e generalista, fattore importante per l'adattabilità della specie, diverse popolazioni hanno optato anche per una dieta prettamente carnivora o puramente vegana, sebbene queste diete più ristrette possano portare deficienze nutrizionali.
Inizialmente organizzato in società di cacciatori-raccoglitori, H. sapiens da 12.000 anni fa in poi inventò l'agricoltura e l'allevamento in maniera indipendente in varie aree del mondo grazie a vari sviluppi nella comunicazione e nel linguaggio: ciò permise, oltre ad un maggiore controllo sulle risorse, l'introduzione del latte nella dieta. Tra i mammiferi, la facoltà di una percentuale rilevante di esseri umani adulti di digerire il latte è un unicum.

Lo sviluppo dell'agricoltura e dell'allevamento permise l'instaurazione dei primi insediamenti stabili: da questo momento la cultura e la tecnologia di H. sapiens non hanno fatto altro che progredire, sia in ambito spirituale che tecnologico, ed è proprio l'innovazione tecnologica un altro fattore fondamentale dietro l'ampia adattabilità di questa specie tropicale, in grado di adattare l'ambiente alle proprie esigenze. Gli esseri umani odierni sono la prima ed unica specie nota a poter esplorare lo spazio e ad essere approdata su altri corpi celesti.

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#SapeviChe
Il sistema esadecimale è un sistema di numerazione posizionale basato sull'uso di 16 simboli diversi, che includono numeri arabi da 0 a 9 e lettere da A a F.

Questo sistema è spesso utilizzato in informatica per rappresentare i valori binari in modo più compatto ed efficiente. Ogni simbolo esadecimale rappresenta un valore binario di quattro cifre, e ciò lo rende particolarmente utile per la rappresentazione di dati binari come i colori a schermo.

Tale sistema, sviluppato da Philippe Lewicki nel diciottesimo secolo, è stato utilizzato anche per rappresentare i codici a barre UPC, che sono utilizzati per identificare i prodotti in vendita al dettaglio, oltre che ad essere alla base della rappresentazione dei valori in memoria delle CPU x86.

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#SapiensAncestors
Specie: Homo heidelbergensis
Età: Pleistocene inferiore e medio (0.8/0.7-0.2 mya)
Distribuzione: Africa (origine), Asia, Europa (colonizzazioni)

I resti di questa specie umana furono rinvenuti per la prima volta nel 1907, quando dei minatori del villaggio di Mauer (Germania), a pochi chilometri da Heidelberg, dissotterrarono una mandibola di grandi dimensioni, catalogata come Mauer 1. L'antropologo tedesco Schoetensack descrisse per la prima volta il reperto, al tempo il fossile umano più antico rinvenuto in Europa, nel 1908, nominandolo H. heidelbergensis.
A causa dell'influenza religiosa e razziale dell'epoca, i sedimenti in cui fu scoperto H. heidelbergensis erano considerati antediluviani e Schoetensack, notando la forma di denti e mandibola, affermò che la nuova specie era antenata delle popolazioni europee, simile alle "razze inferiori" e vicina all'ultimo antenato tra i primati non umani e il genere Homo; Schoetensack confermò l'età antidiluviana ma ammise che i resti non erano quelli di Adamo, antenato di tutte le forme umane, incluso di H. heidelbergensis, ma non degli aborigeni australiani.

Ad oggi, H. heidelbergensis è considerato essere vicino all'antenato comune, o forse l'antenato comune stesso, dei rami che avrebbero poi dato origine all'enigmatico gruppo dei Denisova, H. sapiens ed H. neanderthalensis, convivendo con forme più derivate; è possibile che gli esemplari più recenti si ibridassero con le forme più arcaiche di H. sapiens.

Seconda specie fossile mai ascritta al genere Homo, H. heidelbergensis si è evoluto da H. erectus o da H. ergaster, con una forma transizionale recuperata in Etiopia e datata a 875.000 anni fa, indizio dell'origine africana della specie. L'arrivo in Europa, associato a cambiamenti comportamentali per contrastare il clima più freddo, è databile a 700.000 anni fa, con popolazioni stabili, e di conseguenza un'areale più ampio, presenti non prima di 500.000 anni fa.

Assieme alla descrizione di Schoetensack, per identificare H. heidelbergensis oggi ci si basa anche sull'esemplare italiano dell'"Uomo di Ceprano", datato tra 430.000-385.000 anni fa: la specie si distingue per caratteristiche della mandibola come la sua robustezza, la mancanza di un mento, un naso più verticale, simile a quello di H. sapiens, e arcate sopraccigliari meno accentuate rispetto a H. erectus; il cranio, dotato di fronte più larga di specie più araiche, ha un volume di 1200 cm³.
Dai pochi reperti postcraniali noti, si stima che H. heidelbergensis avesse una corporatura robusta e fosse alto in media 165-170 cm: è nota una tibia di un individuo che avrebbe superato di poco i 180 cm in vita.

H. heidelbergensis era in grado di cacciare la megafauna pleistocenica, quali rinoceronti, elefantidi e uri. Sono note comunità africane che si nutrivano di una specie estinta di babbuino. La capacità di abbattere grandi animali era molto probabilmente legata ad una caccia di gruppo organizzata e coordinata.
La dieta di H. heidelbergensis era completata da frutta, verdura, semi, noci, tuberi, rettili, uccelli ed invertebrati. È possibile che certi alimenti vegetali venissero cotti per renderli edibili.

L'arrivo di H. heidelbergensis in Europa coincide con l'avvento della fase tarda della cultura litica acheuelana, di cui fanno parte gli strumenti associati a questa specie, caratterizzata da amigdale fabbricate più sottili e precise. Vi figuravano anche lance e lame di varie dimensioni: quest'ultime risultano essere abbastanza rare prima di 50.000 anni fa e sono tipicamente associate a reperti di H. sapiens, indice o che vi fosse una lunga tradizione alle spalle o che la tecnologia sia andata persa e reinventata più volte da specie diverse.

H. heidelbergensis era in grado di utilizzare il fuoco sebbene, oltre che per la cucina, pare non avesse un ruolo fondamentale nella vita quotidiana, ed era anche in grado di costruire rifugi complessi; note sono le sue incisioni su roccia, indice di una qualche forma di simbolismo e presunte collane in fossili di spugna con elementi scelti con cura.

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